REMUNERAZIONE: RITORNARE ALL'ACCORDO DI OTTOBRE
In secondo luogo, nell'opinione delle Farmacie Comunali, tale modifica dei rapporti tra quota fissa e quota variabile della remunerazione farebbe si che le ASL non avrebbero più una forte convenienza a dismettere la distribuzione per conto e quasi certamente la distribuzione diretta dei farmaci, a favore delle farmacie. Tale riforma, secondo nostri studi, avrebbe comportato un risparmio netto di oltre il 50% per le casse pubbliche, cui andrebbero ad aggiungersi altri benefici per il paziente nel caso venisse sostituita la distribuzione diretta con quella garantita dalle farmacie territoriali.
Infine, ma certamente non meno importante di quanto precede, nell'attuale proposta non è prevista alcuna forma rilevante di supporto alle farmacie sussidiate. Queste ultime, com’è noto, svolgono un importante servizio sanitario in quelle aree del paese più lontane da altri servizi sanitari pubblici e , quindi, sono meritorie di ben altri riconoscimenti di quelli contenuti nella proposta.
"Temiamo quindi che una riforma del sistema remunerativo che doveva coniugare maggiore efficienza della spesa pubblica con maggiore efficacia distributiva del farmaco e al contempo maggiore redditività della farmacia, rischi di trascurare quest'ultimo obiettivo", ricorda il Vice Presidente di A.S.SO.FARM. Francesco Schito.
In conclusione, A.S.SO.FARM. auspica che il Ministro della Salute Balduzzi accolga tali osservazioni con la consueta sensibilità e propensione al confronto che ha sempre contraddistinto la sua attività ministeriale.