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"La nascita e l'esperienza di Assofarm ci sono verificate nella condivisione di contenuti e di un medesimo senso di appartenenza. Il mio obiettivo è sempre stato quello di dare dignità alle Comunali nel confronto nel dialogo con tutte le componenti della filiera del farmaco".
Inizia così la lunga e appassionata intervista di Puntoeffe a Venanzio Gizzi, fondatore e per 25 anni presidente della nostra Federazione. Dai ricordi dei primi giorni di Assofarm ai momenti più significativi di questa lunga avventura associativa, dai bilanci per quanto realizzato alle sfide che attendono la Farmacia Italiana ed Europea.

Tutto l'articolo in allegato.

Egidio Campari, uno dei padri nobili del movimento italiano delle Farmacie Comunali Italiane, è scomparso lo scorso 27 marzo lasciando Assofarm orfana di una mente acuta e un cuore appassionato.

“Ho conosciuto Egidio alla metà degli anni ‘90, quando ancora eravamo in Publifarm, l’associazione che poi ha contribuito all’odierna Assofarm. Abbiamo passato insieme trent’anni di grandi impegni e progetti, qualche confronto acceso, molto divertimento, insomma una vita intera. Tutto sempre condito da quel comune sentire che alla fine chiami amicizia. La notizia di questa mattina non era inaspettata, sapevamo da tempo che Egidio non aveva possibilità di ripresa, ma questo poco cambia. Oggi tutti noi ci sentiamo più soli”: queste le prime parole a caldo del Segretario Generale di Assofarm Francesco Schito.

Per 45 anni dipendente delle Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia, 26 dei quali passati da direttore generale, nel corso di questa lunghissima carriera Egidio Campari ha innovato come forse nessun altro il “modo” di essere Farmacia Comunale, creando una struttura commerciale performante, sostenuta di iniziative uniche in ambito distributivo e scientifico. Tutto questo senza mai perdere di vista la mission sociale e i legami con il territorio. Insomma, come scrissero i giornali locali nei giorni del suo pensionamento, una persona che sotto il profilo volutamente basso celava un ottimo fiuto per gli affari e una solida etica da manager pubblico.

Dolore personale arriva anche dal Presidente di Assofarm Luca Pieri: “Ci mancherà la visione di Egidio, quei suoi contributi fatti di pragmatismo e prospettiva che arricchivano la Giunta Esecutiva e il lavoro del coordinamento regionale dell’Emilia Romagna, cui era a capo da qualche anno. Egidio era un manager evoluto, anche perché ogni sua idea e decisione attingevano sempre dall’esperienza di farmacista da banco dei suoi primi anni. Ispirerà il nostro lavoro ancora a lungo”.

Sembra che Assofarm avesse visto giusto con qualche anno di anticipo. Era il dicembre del 2021 quando alla V° Giornata Nazionale delle Farmacie Comunali noi per primi parlammo di cose che oggi stanno prendendo piede nei programmi di Ministeri e Regioni.


E’ successo recentemente nel corso del Tavolo istituito dal Ministero della Salute per valutare la sostenibilità economica del piano delle cronicità compreso nella Legge di Stabilità. In esso, come noto, Aifa è chiamata a stilare una lista di farmaci A/PHT che le Regioni “possono” passare alla spesa convenzionata.

Ebbene, in questo contesto appositamente creato per evitare lo sforamento dei tetti di spesa, è emerso un intervento che non è certo passato inosservato. Secondo la dirigente della Regione Veneto nonché membro della Commissione Prezzi di Aifa Giovanna Scroccaro, i farmaci che dovrebbero passare dalla diretta alla dpc sono quelli prescrivibili dai medici di medicina generale (antidiabetici, NAO, BPCO). E visto che questi farmaci, ha proseguito la dottoressa  Scroccaro, sono ora acquistati dalle ASL con sconti confidenziali, di tali condizioni dovrebbero godere anche le farmacie.

Un’operazione, questa, che soddisferebbe tutti. I pazienti cronici finalmente disporrebbero dei farmaci senza doversi recare alla farmacia ospedaliera, le industrie si libererebbero del rischio del payback, noi farmacie vedremmo riconosciuto il nostro valore aggiunto di prossimità geografica alla quotidianità del paziente.


Ma soprattutto, è stata delineata una prospettiva in tutto e per tutto simile la nostro “Patto di Genova”, quel complesso di riforme immaginate e dettagliate nella città ligure dal Presidente Fondazione Ricerca e Salute Nello Martini durante la già citata Giornata delle Farmacie Comunali di tre anni fa. Non dimentichiamo poi che agli incontri di quei giorni, tra i nostri relatori figurava anche l’attuale Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, tra i parlamentari e membri del Governo con una più forte sensibilità ai bisogni e alle potenzialità della farmacia italiana.


Insomma, ci piace pensare che quanto sta accadendo oggi, e che ha già ricevuto l’importante plauso delle associazioni dei malati, sia il risultato di uno straordinario gioco di squadra. La lungimiranza e competenza unica di Nello Martini. La cultura sanitaria e l’impegno non comune dell’onorevole Gemmato. E a bordo campo noi di Assofarm che continuiamo a macinare strategie, sosteniamo gli uomini giusti con idee nuove, troviamo i migliori contesti istituzionali in cui dimostrare il nostro valore.

 A vincere, però, è sempre il Paese e i nostri concittadini in condizione di maggiore debolezza.


Luca Pieri 

Presidente Assofarm

Nell’ultimo editoriale del segretario Francesco Schito sul Notiziario Assofarm (“Prossimi, e accreditati”) si legge: “Se alla Farmacia dei Servizi si richiede uno standard dispensativo pari a quello di altre strutture sanitarie accreditate, allora i servizi in farmacia possono divenire a tutti gli effetti prestazioni erogate dal SSN. Questa sorta di sillogismo aristotelico registra una svolta di grandissimo potenziale: i servizi, se accreditati, diventerebbero l’elemento più avanzato dell’integrazione della farmacia alla sanità pubblica, cioè l’obiettivo che perseguiamo ormai da decenni. E diverrebbero anche un’importante voce positiva, del tutto meritata, nei futuri bilanci delle nostre aziende”. L’accreditamento solleva però alcune questioni e le abbiamo sottoposte all’amico Francesco.

La farmacia dei servizi deve essere sostenibile. Se però parliamo di accreditamento invece che di convenzione, non si rischia di andare in competizione sui prezzi e sulla qualità dei servizi con strutture molto più organizzate e forti della singola farmacia?

Penso che si possa immaginare un futuro in cui verrà convenzionata la farmacia dei servizi. Tuttavia, credo che l’accreditamento lo potremmo immaginare come condizione propedeutica alla Convenzione.
Ciò detto, una qualche forma di competizione con altre strutture sanitarie ci sarà sicuramente. La farmacia è però imbattibile sul piano della prossimità. Non esiste un altro soggetto sanitario più fisicamente vicino alla quotidianità del cittadino e così uniformemente diffuso sul territorio italiano. Poi, dato questo potenziale già acquisito, molto altro resta certamente da fare. Per esempio, dovremo investire nella formazione del nostro personale riguardo l’erogazione dei nuovi servizi. Lo stesso dicasi per altre dimensioni qualitative degli stessi servizi. In ogni caso, credo che la farmacia possa posizionarsi positivamente nella futura sanità territoriale.

Quale sarà l’evoluzione della telemedicina in farmacia, quali sono i nodi ancora da sciogliere?

L’esperienza del Covid ha dimostrato una straordinaria capacità delle persone di adattamento alla “relazione on line”. In poche settimane, spinti da una oggettiva tensione tra limiti e necessità, tutti noi abbiamo imparato a lavorare via call.
In sanità, la telemedicina risponde al duplice vantaggio di migliorare le condizioni logistiche della popolazione, in particolare anziani e malati cronici, e di sopperire alla carenza di medici. Miglioramento tecnologico e maggiore cultura digitale della popolazione completano il cerchio.
Non a caso, quando sono state avviate sperimentazioni finanziate dal pubblico di telemedicina in farmacia, come in Liguria e Marche, la risposta della popolazione è stata addirittura massiva. Credo quindi che siamo di fronte a un processo positivo e ormai ineluttabile. Le criticità possono essere risolte nel tempo migliorando i processi, o avvalendosi di forme di tutoraggio medico a distanza.

Per quel che riguarda la formazione, vista la carenza di personale in farmacia, cosa pensi della proposta di alcuni colleghi di una laurea breve e, viceversa, dell’ipotesi che si faccia strada un farmacista sempre più specializzato con compiti anche di “prescrizione”?

Ne penso un gran bene. In passato Assofarm aveva già proposto l’introduzione della figura dell’“assistente del farmacista”, che aiuti quest’ultimo durante l’erogazione del farmaco. È una figura già introdotta in alcuni sistemi farmaceutici europei con risultati positivi tangibili.
Di pari passo, penso che dovremmo prendere in seria considerazione anche il “farmacista specializzato” in prescrizioni. Anche in questo caso, dovremo sicuramente confrontarci con le osservazioni di altre categorie. Tutti noi, però, dobbiamo anche fare i conti con l’attuale e futura carenza di figure sanitarie, medici, infermieri e anche farmacisti. (ifarma.net)

Una gamma di servizi sempre più ramificata e capillare sul territorio. Le Farmacie Comunali di Arezzo hanno messo in campo un significativo investimento per dotarsi di tre nuovi dispositivi per Elettrocardiogrammi e di tre nuovi Holter Cardiaci che, aggiungendosi alle strumentazioni già presenti, permetteranno di concretizzare ulteriormente il modello di “farmacia dei servizi” come spazio capace di offrire sempre più prestazioni socio-sanitarie in regime di sussidiarietà con il Servizio Sanitario Nazionale. Il progetto, fortemente voluto e impostato dall’amministratore delegato Massimo Sisani, è orientato a garantire prossimità ai bisogni dei cittadini e a sensibilizzare verso l’importanza di sottoporsi a esami periodici utili per la prevenzione e il monitoraggio dei propri valori, facilitando l’accesso a controlli in tempi rapidi, senza attese e con risultati affidabili.

La novità sarà rappresentata dalla presenza permanente di Elettrocardiografi e di Holter Cardiaci in quattro farmacie comunali: la n.1 “Campo di Marte”, la n.2 “Trionfo”, la n.3 “Giotto” e la n.4 “Fiorentina”. Due strumentazioni per effettuare questi test saranno inoltre sottoposte a turnazione tra le altre quattro farmacie del gruppo diffuse tra la città e le frazioni per assicurare vicinanza ai bisogni dell’utenza, con l’attuale disposizione valida fino a sabato 23 marzo che prevede la presenza degli Elettrocardiografi alle farmacie n.5 “San Giuliano” e n.7 “San Leo”, e la presenza degli Holter Cardiaci alle farmacie n.6 “Mecenate” e n.8 “Ceciliano”. Entrambi questi esami sono finalizzati a registrare e a monitorare l’attività elettrica del cuore, evidenziando immediatamente eventuali anomalie in virtù della refertazione da un centro cardiologico in telemedicina.

La mappa dei servizi sarà completata dalla possibilità di sottoporsi a Densitometria Ossea Computerizzata per valutare la struttura scheletrica e a Holter Pressorio per misurare la pressione nell’arco di un’intera giornata, con le rispettive strumentazioni che ruoteranno ogni mese tra tutte le Farmacie Comunali di Arezzo. L’attuale distribuzione prevede la presenza della Densitometria Ossea Computerizzata alla “San Giuliano”, mentre per gli Holter Pressori sarà necessario rivolgersi alla “Trionfo” e alla “San Leo”. I diversi servizi potranno essere prenotati direttamente dal portale delle Farmacie Comunali di Arezzo, permettendo in pochi click e pochi secondi di fissare un esame utile per monitorare il proprio stato di salute e per valutare eventuali percorsi di prevenzione o trattamento in seguito al consulto di un medico. «L’investimento per accrescere la nostra dotazione strumentale – spiega il dottor Sisani, – è finalizzato all’attuazione di un modello misto con cui garantire la presenza costante di servizi in alcune farmacie e, allo stesso tempo, mantenere una rotazione capace di assicurare prossimità ai bisogni dei cittadini. Il tutto, muovendo un ulteriore passo verso la concretizzazione delle ultime frontiere della “farmacia dei servizi”». (toscananews.net)

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