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L’Assemblea generale del Pgeu, ila sigla che riunisce i farmacisti europei, ha adottato la scorsa settimana un nuovo position paper sul ruolo dei farmacisti comunitari nella vaccinazione. Un ruolo che – afferma Pgeu – è strategico e deve essere implementato.

I farmacisti di comunità contribuiscono infatti alle strategie di vaccinazione in vari modi, scrive il gruppo europeo, essendo idealmente posizionati al centro delle comunità per fornire informazioni, consigli e trattamenti per ridurre il peso delle malattie prevenibili con i vaccini. I farmacisti si impegnano inoltre in campagne di sensibilizzazione pubblica sulla vaccinazione, affrontano l’esitazione vaccinale e contribuiscono ad aumentare la copertura vaccinale. “Consentire ai farmacisti di vaccinare migliora l’accessibilità, la comodità per i pazienti e soprattutto i tassi di vaccinazione complessivi. Gli orari di apertura prolungati delle farmacie e una rete strategicamente distribuita di professionisti altamente qualificati offrono un’opportunità unica per espandere i servizi di vaccinazione”  afferma il presidente della Pgeu Koen Straetmans. “15 paesi in Europa hanno finora implementato con successo programmi di vaccinazione guidati dai farmacisti e contiamo che altri seguano l’esempio a beneficio dei pazienti e della salute pubblica”.  Per la cronaca, i 15 Paesi cui fa riferimento il presidente Straetmans sono Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Regno Unito e Svizzera. In nove di questi (Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Svizzera ) i farmacisti possono anche somministrarne altri vaccini come quelli contro il pneumococco, la pertosse, la varicella, l’herpes zoster e altri. 

Il position paper del Gruppo farmaceutico dell’Unione europea (che fu costituito nel 1959 dai farmacisti di sei Paesi, tra i quali l’Italia, e che oggi conta 26 Paesi come membri ordinari e altri 6 come membri osservatori) suggerisce azioni che possono essere intraprese per massimizzare il contributo che i farmacisti danno alla lotta contro le malattie prevenibili con vaccino e al miglioramento della copertura vaccinale, come ad esempio:

- ampliare la pratica farmaceutica con l’implementazione di programmi di vaccinazione guidati dai farmacisti o basati sulle farmacie, con il supporto adeguato da parte dei sistemi sanitari nazionali;

- includere programmi di vaccinazione farmaceutici nei piani nazionali di promozione della salute; 

- integrare i farmacisti nelle strategie nazionali di vaccinazione, comprese campagne di comunicazione e azioni per combattere la disinformazione e la disinformazione sui vaccini. (rifday.it)