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In passato abbiamo scritto più di una volta che finalmente eravamo prossimi alla Farmacia dei Servizi. Ogni volta ci siamo ricreduti. Perché ogni volta, poco dopo le più rosee dichiarazioni politiche o le più ufficiali aperture di tavoli di confronto, è sempre accaduto qualcosa che ha rallentato il tutto fino a farlo svanire dall’agenda sanitaria nazionale. Oggi è diverso: per la prima volta, alle parole stanno seguendo i fatti.


Il 1° giugno scorso la Regione Marche avvia una sperimentazione della farmacia dei servizi cui aderisce la metà dei presidi e che, nei primi due mesi, produce oltre 700 erogazioni, perlopiù concentrate nelle aree interne e montane. Piena  soddisfazione dei vertici regionali, per un’iniziativa che “limita la mobilità passiva, riduce le liste di attesa e mostra vicinanza ai cittadini da parte delle istituzioni”.

Situazione simile in Liguria dove nel luglio scorso in appena due settimane sono state erogate oltre 500 prestazioni di telemedicina in 270 farmacie presenti in tutto il territorio regionale. Risultato straordinario reso possibile grazie ad un stanziamento regionale che ha rimborsato il servizio. Elemento fondamentale, quest’ultimo, perché dimostra che se le istituzioni sanitarie credono in questo strumento che riduce i rischi d’impresa per le farmacie, il sistema funziona ed è usufruito dal cittadino. 

In Lombardia invece non più tardi di un mese fa la Regione approva le linee guida sui servizi in farmacia, che sostanzialmente armonizzano le disposizioni regionali in materia e le aggiornano alle ultime novità provenienti dalla giurisprudenza.


Esperienze, queste, che a nostro avviso dovrebbero certamente influenzare i futuri percorsi di attuazione delle Case di Comunità, nei confronti delle quali le farmacie potrebbero contribuire quantomeno attraverso servizi di telemedicina capaci di sfruttare appieno il potenziale sanitario insito nella capillare diffusione locale dei nostri presidi.


A livello centrale, non devono essere dimenticati i 25,3 milioni di euro di risorse vincolate alla sperimentazione per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali erogate dalle farmacie con oneri a carico del servizio sanitario nazionale, recentemente approvati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Un tesoretto certo non ingente, ma che potrebbe invogliare altre Regioni a muovere primi passi concreti nella sperimentazione dei servizi in farmacia. 


Se infine, come purtroppo sembra probabile, il prossimo autunno registrerà una nuova ondata di Covid-19, le farmacie saranno chiamate ad un contributo rilevante nei richiami vaccinali ai soggetti a rischio e ai cittadini over65. Un’ulteriore occasione, insomma, per confermare la capacità di supporto che le farmacie possono dare ad una sanità sempre più territorializzata ed efficace.


Lo sguardo d’insieme su tutto ciò ci restituisce il solito bicchiere d’acqua riempito a metà, di fronte al quale ci si divide tra critici e ottimisti. 

I primi hanno ragione nel notare la mancanza di organicità nazionale nella situazione attuale. I secondi ben fanno ad evidenziare come la vivacità delle Regioni denoti una considerazione per le farmacie del tutto inedita fino a pochi anni fa.


Tutti noi però dobbiamo concordare sul fatto che al momento attuale nulla è definito. L’unica certezza che ci dobbiamo concedere sta nella convinzione che i risultati raggiunti sono il frutto di una perseveranza davvero notevole. In queste anni il movimento a favore dei servizi in farmacia è andato ampliandosi in contenuti e sostenitori. Un impegno politico e scientifico senza eguali nel nostro settore. La tragedia del Covid ha certamente contribuito a considerare sotto nuova luce tutta la sanità territoriale, farmacie comprese. 

Va però precisato che a quell’appuntamento drammatico noi siamo arrivati pronti in competenze, servizi e idee. E da allora non abbiamo mai smesso di proporre e produrre innovazione. 

E’ bene ricordare tutto ciò perché, se è vero che molto c’è ancora da fare, dobbiamo essere tutti convinti che siamo sulla strada giusta.


Francesco Schito

Segretario Generale Assofarm